domenica 1 settembre 2019

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giovedì 11 luglio 2019

COSA LEGGERE IN ESTATE

Cosa leggere in estate? La classica domanda che crea difficoltà da un lato, imbarazzo della scelta dall’altro. Le possibilità sono molte e sotto l’ombrellone a al fresco di un balcone in ventilata ombra, è bene mantenere l’abitudine alla lettura. La proposta è valida anche alla sera, prima di addormentarsi. Si prediligono letture leggere, divertenti, ma anche un po’ più impegnative.

Il bello di leggere

Se stai cercando cosa leggere in estate, ci sono libri davvero belli, che stimolano la lettura e la comprensione. Alcuni titoli possono essere più indicati per i giovani, altri per i meno giovani. Non ha molta importanza “il cosa”, ma ha rilevanza il “come”. Se ricerchi cosa leggere in estate, punta a libri non necessariamente moderni e attuali, ma puoi ripescare qualche “best” del passato, rileggerlo e interpretarlo in chiave diversa.

Lettura breve

Soprattutto se non sei molto avvezzo alla lettura e non sai cosa leggere in estate, una lettura breve saprà crearti il giusto stimolo, necessario per terminare il testo e apprezzare il bello di leggere. Ci sono capolavori riassunti in poche pagine, libri divertenti oppure di utilità. Questi ultimi, solitamente, non sono molto lunghi, insegnano immediatamente qualcosa e forniscono grandi incentivi.

Leggere…per lavoro

Se sei un tutt’uno con il lavoro, leggere in estate un testo che possa divertirti e regalarti spunti per il tuo business non è per nulla una cattiva idea. Se non sai dove sbattere la testa, scegli un libro che parla, ad esempio, di come sviluppare i profili social in ottica business, di come comunicare con gli altri, oppure di come migliorare la customer satisfaction. E se proprio non ti viene in mente nulla e non sai cosa leggere in estate, perchè non provi ad approfondire l’argomento Team Building? E’ trattato in molti testi e non riescono ad essere affatto noiosi. Tra un bagno e l’altro al mare, tieni allenata la mente e proietti le idee lavorative a Settembre.

Cosa leggere in estate? Il romanzo non tramonta mai

Cosa leggere in estate se non il classico romanzo da centinaia e centinaia di pagine? Tipicamente indicato per un pubblico femminile, questo genere di libri sa entusiasmare e appassionare, ma soprattutto sa far passare il tempo alla persona che è sdraiata al sole o sotto l’ombrellone. Il romanzo è il tipico libro da spiaggia.

mercoledì 3 luglio 2019

INTELLIGENZA MUSICALE

L’intelligenza musicale è presente nell’uomo e soprattutto...esiste!
Uno psicologo statunitense di nome H. Gardner individuava ben otto intelligenze differenti nell'essere umano. Tra quelle di tipo verbale, di tipo logico matematica, addirittura naturalistica o cinestetica, ha individuato l’intelligenza musicale.

Questo tipo di intelligenza, che fa parte delle cosiddette “intelligenze multipli”, consiste nell'avere la capacità di riconoscere, differenziare, plasmare o di esprimersi attraverso la musica. Quando si ha il senso del ritmo, si è sensibili ai toni musicali o alle diverse tipologie timbriche delle note e delle voci, si ha di conseguenza la predisposizione verso questa tipologia di intelligenza musicale. Molte persone sono capaci di cogliere le diverse sfumature delle sinfonie, di qualche melodia in particolare, di cogliere la sensibilità o la durezza della musica, magari sviluppando anche talenti personali legati alla danza, al canto o al suonare uno strumento musicale.

Diverse capacità quando si ha orecchio

Sono state individuate diverse capacità nelle persone che hanno una particolare intelligenza musicale: ci sono individui in grado di identificare ritmi di melodie o canzoni, timbri e toni riguardo diverse composizioni. La composizione oppure la capacità di interpretazione di brani musicali è tuttavia un’altra caratteristica. Anche l’abilità nel riconoscere i diversi generi di musica, gli autori, le melodie e i diversi strumenti per l’interpretazione è una delle capacità riconoscibili.

Lo psicologo Gardner reputava che questa tipologia di intelligenza musicale si sviluppasse durante la crescita e le esperienze di vita, indipendentemente dall'aver avuto un dono dalla nascita. Secondo Gardner, codesta capacità intellettiva è collegabile direttamente all'intelligenza di tipo logico-matematico e inerente alla creatività di ognuno. La scuola stessa dovrebbe incentivare ed educare a questo tipo di intelligenza, formando corsi o programmi con all'interno materie e attività musicali, sviluppando l’interesse degli alunni e dei ragazzi.

Come rafforzare l'intelligenza musicale

L’intelligenza musicale è una modalità sensibile che rappresenta la creatività umana. Un’area del nostro cervello che ha un proprio linguaggio, universalmente riconosciuta e che tutti dovremmo rafforzare. Sono i bambini che dovrebbero più di altri sviluppare tale tipologia di intelligenza.
Sviluppare una intelligenza musicale è possibile attraverso diversi strumenti e corsi, come il canto, la danza, la composizione di brani, suonare strumenti o semplicemente ascoltare qualsiasi genere musicale. Tutte queste modalità sono eccezionali per rafforzare l’intelligenza e anche, perché no, diverse situazioni e ambiti della nostra vita quotidiana.
Tutte le espressioni musicali sono strumento per il mondo emotivo dell’uomo.

Inoltre, come ha rivelato la ricerca condotta da Gottfried Schlaug, famoso neurologo tedescola musica garantisce il cambio strutturale del nostro cervello, rafforzando la stessa materia grigia.
Giungere alla realtà senza questo interesse precoce e sorprendente per la musica non significa che non possiamo avere una buona intelligenza musicale. E’ importante che ci sia un contesto familiare consono che abbia sviluppato una educazione alla disciplina musicale. Ciò è premessa utile per sviluppare appunto qualsiasi aspetto creativo della musica, padronanza del ritmo e conoscenza culturale dei brani.

La teoria scientifica dell’effetto Mozart

C’è una teoria, scientificamente provata e controversa, chiamata “Effetto Mozart”, secondo cui sentire musica classica o di genere rilassante può sviluppare una intelligenza superiore nelle persone, anche sin da piccole. Si parla di capacità intellettive in generale e non necessariamente musicali.
La teoria venne provata nel 1993, dalla Università della California. Fu condotto un esperimento, in cui venne chiesto a degli studenti, prima di intraprendere una prova di orientamento geografico, di ascoltare la Sonata K448 di Mozart per quindici minuti. E’ stato constatato che gli studenti, dopo le prove, siano stati più rilassati. Gli studiosi, riguardo la teoria, pensano che la musica di Mozart possieda proprietà uniche dal punto di vista del ritmo, della melodia, della metrica e della frequenza, stimolando il cervello in un modo ottimale, a causa dei suoni semplici e privi di rumore. La musica di Mozart, quindi, potrebbe dare molti benefici per la salute mentale e fisica dell’essere umano, anche nei neonati potrebbe potenziare il quoziente intellettivo.

Ci fu poi un dibattito, che consisteva nella messa in discussione dei “possibili” e quindi non sicuri benefici, e sul potenziamento del Q.I delle persone, immaginando questi come effetti e conseguenze dell’ascolto di una musica di questo genere, in grado di dare sensazioni piacevoli. Vennero fatte altre ricerche per confermare la presenza dell’Effetto Mozart, ma senza arrivare a conclusioni oggettive e rilevanti. Oggigiorno, questo effetto viene considerata una “teoria falsata”. Non esiste nessuna verità e certezza sulla convinzione che la musica classica, soprattutto quella di Mozart, possa dare dei benefici e potenziamenti intellettivi. Sorge, quindi, ancora una volta un dubbio riguardo l’esito dell’esperimento: perché i ragazzi, dopo aver sentito la musica di Mozart, erano più rilassati? E’ stato constatato che le zone che si attivano, pensando e sentendo la musica sono le medesime. Quindi, stimolare il cervello attraverso una melodia musicale, qualsiasi, aiuta a ragionare in un modo più diretto e imminente, sviluppando l’aspetto mnemonico, di coordinazione e attenzione.


Tuttavia, è certo che suonare uno strumento possa produrre benefici da un punto di vista cognitivo, come il miglioramento nella padronanza del linguaggio, della memoria e dell’attenzione. L'intelligenza musicale migliora insieme alle capacità cognitive della persona, soprattutto dei giovanissimi.

martedì 25 giugno 2019

MUSICAL: NON SOLO TEATRO!!!

Quando si prende parte ad un gruppo di musical, non si intende solamente mettere in scena opere recitate, ma anche accompagnate da musichecolonne sonoretesti cantati e diverse coreografie danzate. Insieme, formano una delle discipline artistiche più apprezzate e coinvolgenti degli ultimi anni, ossia il musical.
Il musical si può definire una forma teatrale indirizzata soprattutto ad un pubblico molto vario di giovani e adulti, poiché unisce altre discipline artistiche come il teatro di prosa, musicacanto e danza, rendendosi apprezzabile a chiunque.

Una lunga tradizione artistica

Il musical nasce nel 1800. Il 12 settembre del 1866, in America viene rappresentata per la prima volta l’opera “The BlackCrook”, da una collaborazione tra una compagnia di teatro in prosa, un’altra di ballo e canto. Questo fu uno spettacolo di svolta e di inizio per il mondo del musical, messo in scena al Niblo’s Garden Theatre negli USA. Negli anni, gli spettacoli di musical vennero sempre più apprezzati dalle grandi masse, soprattutto per i loro profili commerciali, di facilecomprensione rispetto agli spettacoli di prosa teatrale, e maggiormente originali. Il musical, fu sempre molto apprezzato poiché si è sempre avvicinato molto agli spettacoli di varietà, richiamando all’appello diverse tipologie di artisti, quali cantantiattoriballerine e artisti circensi.

New York, Broadway, Londra e non solo

Il fulcro per eccellenza del musical fu da sempre New York, soprattutto Broadway, che a partire dagli anni ’20 è diventata la capitale artistica del genere. In Europa, invece, la capitale musicale fu da sempre Londra. Presto il musicalraggiunse anche il cinema, creando una vera e propria crasi tra i generi, interessando soprattutto Hollywood. In Italia, recentemente questo genere artistico ha interessato il grande pubblico, partendo anche da piccole produzioniindipendenti. I luoghi più conosciuti in cui le compagnie di musical italiane più in voga possono esibirsi sono Milano al Teatro della Luna e Roma.

Musical e educazione

Oggi la disciplina del musical è molto coltivata nelle scuole, come corsi pomeridiani o serali, proprio per esortare i ragazzi a mettersi alla prova in diverse discipline. Il canto, il ballo e la recitazione sono la base. Vengono chiamati molti educatori, ingaggiati insegnanti di scuole e professionisti per organizzare incontri o lezioni utili per appassionare i ragazzi e i bambini a questo mondo. Il musical può aiutare loro a completarsi da un punto di vista culturale e artistico.
Dopo un percorso scolastico di preparazione, al termine dell’anno questi incontri possono essere rappresentatiattraverso un vero e proprio spettacolo finale o saggio. Si apprezza il duro lavoro da parte dei ragazzi e bambini, i quali si sono impegnati in qualcosa di sicuro molto importante per loro e faticoso. Inoltre vi sono la volontà, il divertimento e la passione che un team di persone ha messo a disposizione del pubblico che verrà a vedere lo spettacolo stesso.
Il musical, insomma, può far crescere le persone e le stimola a vedere le cose sotto prospettive diverse e questo è da non sottovalutare in ambito educativo.

Perché i bambini dovrebbero fare musical

Il mondo del musical è un mondo molto particolareoriginaledinamico e non privo di sacrifici per arrivare a degli ottimi livelli. Per questo, i bambini che vogliono approcciarsi a questa arte devono essere disposti a investire parte del loro tempo per imparare a gestire molteplici discipline. Cantare nel modo giusto, con una tecnica efficace, utilizzando il diaframma, saper essere coordinati con i passi delle coreografie, quindi avere delle basi di diverse danze (dalla classica al moderno, dal contemporaneo al tip tap …), e nel frattempo sviluppare delle ottime capacità interpretative, da poter unire con le altre attività: ecco gli elementi basilari per un musical.

Benefici al bambino

I bambini, grazie a questa disciplina, riescono ad essere a loro agio con la loro personalità, gestendo i loro talenti, diventando consapevoli del loro corpo. Essi diverranno più disinvolti e sicuri nella loro vita al di fuori delle scene. I giovani ragazzi utilizzano il musical, non solo per intraprendere una carriera da artisti a tutto tondo, ma soprattutto per mettersi alla prova e vincere delle insicurezze che sino a quel momento potrebbero averli condizionati nel loro privato.

Sostegno della famiglia

Importante in questi casi è l’appoggio e il sostegno della famiglia. Visto il duro lavoro e quindi le molteplici spese in tempo e denaro, i genitori devono essere molto disposti a incentivare i propri figli. Imparare qualcosa di nuovo è sempre stimolante ma necessita di incoraggiamento e sostegno. Per fare musical servono determinazione, la dedizione e soprattutto la passione. In cambio si avrà soddisfazione e gratificazione personale.

Divertimento insieme

E se non ci sarà la carriera artistica, vivere l’esperienza di un musical è sicuramente qualcosa di molto divertente. Rimarrà nella mente e nel cuore del ragazzino per sempre. Ecco lo scopo del nostro campus estivo Crossroads di Luglio: coinvolgere, divertirsi e far divertire i bambini e i ragazzi, preparando un fantastico musical in due settimane.

martedì 11 giugno 2019

UNA VITA FATTA DI COLORI

Vi siete mai chiesti cosa sarebbe il mondo senza colore? Evidentemente se ne sono accorti anche scrittori e cantanti, dato che è sempre più frequente trovare titoli e temi che richiamano i colori nella canzoni o nei libri. Gli stessi artisti, pittori, designer, "giocano" con i colori, creando contrasti e donando un aspetto diverso alle loro opere.


La potenza del colore

Provate a fare un disegno a matita e abbandonarlo a sè stesso. Poi provate a farne un altro e colorarlo. Cambia il contesto, al punto che pare essere uno scenario nuovo. Il colore è un'espressione dell'arte. Lo stesso disegno, può definirsi come una forma di arte per rappresentazioni spazio temporali mantenuta insieme da linee, punti e colori. Il colore diviene quindi una forma di espressione delle persone, proprio come il disegno. Anche nei bambini si assiste ad un'evoluzione delle capacità autoespressive dove il colore è un aspetto determinante per cogliere anche i significati caratteriali più reconditi.
Pennarelli, pastelli, tempere, acquarelli, divengono strumenti in grado di esprimere la potenza del colore in determinate forse di arte.


A ciascuno il suo colore

Il colore è espressione di un vero e proprio linguaggio. Nel marketing così come nell'arte, nella grafica così come nella comunicazione, ciascun colore proietta immediatamente un messaggio. Le scelte cromatiche delle pubblicità non sono casuali. Anche nella fotografia vi sono programmi di fotoritocco che enfatizzano un colore piuttosto che un altro.
Dalla calma e dalla fiducia espressa dal blu, alla naturalezza del verde, dal fermento e passione del rosso, al violetto che diviene espressione di sentimento sincero verso gli amici. Potremmo andare avanti all'infinito.

E tu di che colore sei?

mercoledì 5 giugno 2019

UNA STORIA IN UNA PAGINA: LA SODDISFAZIONE DELLO SCRIVERE

Ci sono delle valide motivazioni che possono spingerti a scrivere mini racconti condensando il tutto in una pagina. Ciò non significa che è un modo per escludere particolari o voler "tagliar corto", ma, al contrario, è un esercizio molto importante per la mente e per imparare a scrivere bene, non solo racconti.
Ti sembra impossibile? Seguici e ti ricrederai!

Mettici del tuo

Non è semplice scrivere mini storie perchè in poche righe devi raccontare la scena e descrivere i personaggi. Ma è una sfida intrigante! Se pensi di non riuscire, non disperare. Inizia scrivendo una traccia. Scegli pochi personaggi (da uno a tre), pensa ad uno scenario in cui potrebbe svolgersi la scena e...concentrati. Non serve una vita per raccontare una storia. Ogni attimo della tua quotidianità è una storia, anche nel tragitto casa - lavoro. Basta solo renderlo più interessate.

Alcuni motivi per scrivere mini-storie


  • Esercizio di scrittura: più scrivi e più diventerai bravo. L'esercizio ti sarà utile anche in altri ambiti: blog, email, report. Imparerai a focalizzare gli argomenti e a comunicare l'essenziale.
  • Migliori lo stile: il tuo stile di scrittura trarrà beneficio e ti diverrà più naturale.
  • Riduzione tempi: imparerai a ridurre i tempi di scrittura, non solo dei racconti ma in tutto quanto scriverai. Risulterai più efficiente anche nelle semplici email di lavoro, ma pure in quelle più complesse. Farai di più in un tempo inferiore. Inoltre ti verrà più spontanea la creazione di storie.
  • Impari a sperimentare: sperimentare nell'ambito della scrittura è sempre qualcosa di molto positivo e apprezzato. Anche se breve, un racconto lo puoi immaginare romantico, thriller, noir, comico, descrittivo, poliziesco, fantasioso. Cambiare stile e genere aiuta molto a migliorare le capacità di scrittura e allena la mente ad essere più dinamica e reattiva.
  • Impari a "leggere": come la scrittura sarà veloce, anche la lettura lo sarà altrettanto. Il lettore si sentirà più coinvolto e potrà avere tempo e modo per potersi ambientare all'interno del racconto. In treno, in bus, in una pausa pranzo, a casa: ogni luogo sarà favorevole per incentivare la lettura del mini racconto. Tramite smartphone o tablet la lettura diviene anche più facile.
  • Faciliti la comprensione: se hai scritto un buon racconto, ben strutturato, avrai la possibilità di semplificare la comprensione al pubblico. La lettura breve deve portare subito al focus della storia. Il lettore deve letteralmente "mangiare" il tuo racconto, facendosi coinvolgere al 100% nella sua totalità.

mercoledì 22 maggio 2019

IL MONOLOGO TEATRALE

Il monologo teatrale è una delle basi del teatro e della recitazione. Il sogno di ogni attore e attrice di teatro è quello di poter recitare con successo di fronte ad un pubblico numeroso, magari attraverso diverse modalità: oltre alle scene di dialogo, in cui due o più attori parlano e si confrontano, vi sono anche i cosiddetti “monologhi”, in cui l’attore stesso si ritrova da solo sul palco a parlare, senza rivolgersi ad un destinatario preciso.
Il monologo viene definito un vero e proprio trucco o convenzione teatrale da parte di chi lo scrive, come il drammaturgo, e di chi lo interpreta, per poter tenere alta l’attenzione del pubblico e rendere partecipe lo spettatore.
Da non confondere con il soliloquio, ossia quando l’attore pensa a voce alta, rivolto a un pubblico che potrebbe non essere presente fisicamente davanti all'attore stesso. Un esempio è “Essere o non essere” nell'Amleto di Shakespeare.
Dunque, il monologo teatrale ha la funzione principale di intrattenere il pubblico raccontando un evento, una riflessione, un flusso di pensieri, non necessariamente monotematici, indirettamente riferiti a qualcuno, presente o non presente sulla scena.

Particolarità e difficoltà di interpretazione

L’interpretazione di un monologo teatrale prevede diverse attitudini e caratteristiche: l’attore o l’attrice che vorranno interpretarlo, dovranno essere prima di ogni cosa disposti a studiare a fondo tutte le intenzioni, cogliere ogni sfumatura, e soprattutto analizzare il “sottotesto” per potersi immedesimare nel miglior modo possibile. Studiare un monologo di teatro significa analizzarlo, dividerlo in parti, analizzare la storia del personaggio che lo interpreta e infine portare l’esperienza dell’attore a unirsi con quella del personaggio stesso, per renderlo credibile e naturale.
Interpretare un monologo teatrale non è più difficile rispetto all'interpretazione di un dialogo, anche se dipende dalla complessità, dalla lunghezza e dalla condizione in scena adottata dal monologo stesso.


Lo switch nel monologo teatrale

Il drammaturgo, durante la costruzione di un buon monologo teatrale, dovrà cercare di renderlo più chiaro, comprensibile, fluido e ricco di elementi per poter aiutare l’attore che lo interpreterà e favorire un ottimo lavoro collaborativo tra due menti artistiche, con funzioni diverse. Uno degli elementi più interessanti e originali è sicuramente il “cambio” o “switch” della narrazione, poiché l’attore in quel momento dovrà, attraverso la sua creatività e la sua esperienza, garantire una variazione per attirare maggiormente l’attenzione del pubblico. Cambia il tono, muta il pathos, si passa dal riso al pianto, dalla gioia alla malinconia. Così facendo l'attore riesce a interpretare meglio il monologo teatrale e coinvolgere il pubblico, mantenendo alta l'attenzione.