mercoledì 23 maggio 2018

Le mille facce dell'adrenalina


L’adrenalina o epinefrina è un ormone prodotto dalla porzione midollare delle ghiandole surrenali e dal sistema nervoso centrale. È sintetizzata a partire dalla tirosina, aminoacido non essenziale, in seguito a sollecitazioni del sistema nervoso simpatico, che regola le funzioni automatiche e involontarie del nostro organismo. 

Una citazione scientifica, una di quelle che si trova sul vocabolario o più comunemente su Wikipedia. Serve ai medici, serve anche a chi vive o lavora nel mondo dello sport, ma serve anche a noi che facciamo teatro.

Perchè?

Perchè questo ormone, è noto come l'ormone della paura. Quell'ormone che viene rilasciato in tutte le situazioni che comportano paura sul piano emotivo e fisico. Che poi è quello che succede nel mondo dell'arte prformativa e nel teatro: prima di calcare il palco, c'è quella paura emotiva e fisica che un po' paralizza, ma un po' fa venire voglia di scappare.
Però, poi arriva l'adrenalina, che ti catapulta di fronte al pubblico, rilasciando una forza irresistibile quasi extra corporea.
Gli effetti dell'adrenalina si vedono sui volti degli attori, nei loro occhi quando neldietro le quinte stanno per salire sul palco.



E poi c'è tutto il momento dopo, il sotto palco. Quel momento in cui lo spettacolo è finito e si sta pensando "a quella battuta che potevo dire meglio", ma anche quel momento in cui si salutano gli amici, i parenti e tutte le altre persone mai viste prima che erano sedute in sala.
Le facce sono distese, gli occhi sono stanchi, la testa fluttua tra palco e mondo reale.

Quelle facce lì sono gli effetti dell'adrenalina da sotto palco e quelle facce lì, sono le nostre foto preferite.

venerdì 27 aprile 2018

Cali il sipario... con Applausi

..La vita è un'opera di teatro che non ha prove iniziali... Quindi, canta, ridi, balla, ama, piangi e vivi intensamente ogni momento della tua vita... prima che cali il sipario e l'opera finisca senza applausi.

Lo ha detto Charlie Chaplin, noi che facciamo teatro però, speriamo che il sipario possa calare e che l'opera sia accompagnata da un sonoro scroscio di applausi.



Soprattutto in questo periodo dell'anno, in cui i corsi della nostra Scuola di Teatro stanno giungendo al termine e per tutti gli allievi significa dover lasciare la sala prove e calcare il palcoscenico, chi per la prima volta, chi invece già lo conosce, ma sa bene che qualche minuto prima di salirci è come se fosse sempre la prima volta.
Si stanno avvicinando due mesi in cui l'emozione sale al punto da sentirsi nell'aria, nei corridioi, nella sala di teatro vuota. Rimane lì a frizzare insieme ad un po' di adrenalina che inizia a prodursi.
Sono probabilmente i due mesi più belli dell'anno, perchè è un po' come quando si aspetta il Natale, si sa, che l'attesa, le luci e le canzoncine sono la parte migliore, persino dei regali.

Quindi, come staff viviamo quest'attesa insieme a nostri allievi, ci prepariamo tutti al meglio, addobbati, preparati, sorridenti, tenendo sempre in mente che l'importante quando si scarta il regalo è farlo divertendosi.
E poi, calato il sipario, l'applauso verrà da sè...




giovedì 19 aprile 2018

Intrecci Culturali, facciamo un esempio

Crossroads, sono strade che si intrecciano. Si intreccia qualcosa che si vuole fare incontrare, si intrecciano persone, luoghi, intrecciano delle reti.
Negli ultimi anni si parla molto di rete, in ambito culturale, economico, sociale.
Si dice che la  rete sia la chiave del successo, mettere insieme diverse realtà e creare una dinamica socio - culturale che si rivolga ad un ampio pubblico mettendo insieme le forze.
Si legge sui libri, sui giornali.
Noi a Crossroads cerchiamo di metterlo in pratica quotidianamente.
Un esempio? 

La Libreria Ubik di Busto Arsizio, dirimpettaia per molti progetti e iniziative culturali ha avuto l'idea di dar vita, in collaborazione con la nostra Compagnia degli Intrecci, a brevi video in cui attori leggono la prima pagina di celebri romanzi.
Un'idea divertente, che abbiamo accolto con entusiasmo e che invita alla lettura e all'incontro fisico con la libreria e i suoi librai.




Incipit, è l'esempio di uno degli intrecci che piace fare a noi: le voci di attori o appassionati della lettura che si prestano a raccontare la prima pagina di un libro.
E se è vero che un libro non si deve giudicare dalla copertina, cerchiamo di andare oltre e di leggervi anche la prima pagina, così se il libro vi piace, sapete già in che posto trovarlo.


lunedì 15 gennaio 2018

Diario di bordo: Il mio primo vero Capodanno



Anna Romanello, racconta...


Il mio primo vero Capodanno: LA RIVINCITA DELLE BIONDE.


Per una volta niente cenone, un capodanno leggero! Solo qualche ottima polpettina e una mela (non avvelenata).
Per una volta niente botti al gelo con le calze velate, io che metto sempre quelle felpate.
Per una volta sul palco, a Capodanno, a vivere un gioco delirante, con compagni di avventura precisi come metronomi, e originalmente pasticcioni, ma poco.
A un giorno dalla replica appiccichiamo dei fogli con la sequenza delle scene dietro le quinte, continuiamo a ripeterle perché non riusciamo a ricordarle.
Sistemiamo i vestiti, chi per terra (io), chi tutti belli ordinati su sedie e tavoli. Ognuno ha il suo angolino, religioso, nessuno deve toccare niente, altrimenti al buio, di corsa, tra una scena e l'altra non troviamo gli oggetti. Le parrucche danno fastidio a tutte, pizzicano e si annodano. 




E poi arriva il giorno della replica. 
Il giorno dello spettacolo è un giorno magico.
Io lo vivo con riverenza, con movimenti lenti, faccio solo l'essenziale, ma con religioso rispetto. Preparo la borsa con i trucchi, mi piace truccare le altre se vogliono (se no le convinco), raccolgo gli ultimi oggetti che servono allo spettacolo.
Tutto il resto, la vita di sempre, rimane sotto le coperte fino all'indomani, lo sa che io non mi occuperò di nulla, i libri rimangono chiusi sul comodino, le tazze sporche nel lavello, i vestiti abbandonati ai bordi del letto. E' il giorno dello spettacolo, conta solo lui.
Raggiungo il teatro e respiro lo spazio. Come formichine, man mano che arrivano tutti gli attori, e questa volta siamo in undici, ognuno organizza la sua sequenza preparatoria: trucco, vestizione, oggetti, ripasso testo.
Il regista ci convoca per sistemare alcune scene e noi siamo confortati dal poter ripassare ancora una volta, non siamo mai troppo sicuri.
Prova luci e ultimi ritocchi e raccomandazioni.
E ci siamo.
Il pubblico entra in sala, lo sentiamo vociare, prendere posto. Sentiamo il calore e l’elettricità dell'aspettativa. Sono dietro al fondale bianco, alcuni sono lì con me, qualcuno sta in un angolino e sbircia il pubblico da qualche fessura tra i teli. A me piace stare dove posso abbracciare lo spazio e dilatarmi poco prima di andare in scena. Sono tranquilla, emozionata, ma sento il controllo. Mi devo ricordare di divertirmi, sì dai la so. 
Buio.
Luce, la sento come se mi trafiggesse il petto, apro le braccia e mi dico "VAI!"

giovedì 11 gennaio 2018

Merda, Merda, Merda

Di solito è una parolaccia, Non si dice!Quindi, da piccoli ci viene proibita, mentre da adulti la diciamo quando siamo particolarmente arrabbiati o quando la nostra vita sta andando particolarmente male e ha bisogno di un aggettivo che la definisca. 

Ma nel mondo del teatro, non c'è niente di più positivo e di buon auspicio come ripetere quella parola per ben tre volte!

Li sentiamo sempre gli attori. Quando siamo in sala ad aspettare lo spettacolo e sentiamo quell'urlo di gruppo, allora vuol dire che sono pronti e lo spettacolo sta per cominciare. 

https://www.facebook.com/CrossroadsGallarate/


Se qualcuno si stesse chiedendo da dove arrivi quel rito propiziatorio, vi possiamo dire che arriva da molto lontano... 

Siamo nel XVII secolo, gli anni di grande splendore del teatro e anche di molta affluenza di pubblico di tutte le appartenenze sociali.
Il pubblico solitamente si recava a teatro in carrozza, tanto pubblico, significava tante carrozze e quindi tanti cavalli fermi di fronte al teatro. 
Tanti cavalli, per ragioni fisiologiche, significavano inevitabilmente tanti escrementi. 

E così, gli attori potevano capire che lo spettacolo sarebbe stato un grande successo di pubblico!
Ora, non ci sono più le carrozze, ma un rito rimane per sempre un rito, quindi continuiamo a ripeterlo, perchè agli attori fa piacere, mica come quando andiamo a salutarli vestiti di viola, ma di questo ne parliamo in un altro post..


mercoledì 3 gennaio 2018

The greatest showman e un nuovo anno a Crossroads

Rispolveriamo il nostro Blog per parlare di un film che ha concluso il 2017, ma che pensiamo possa essere di buon auspicio per il 2018.
Il film in questione è The Greatest Showman, che abbiamo visto proprio a Natale e che ci è sembrato perfetto per iniziare un nuovo anno artistico.

The Greatest Showman Crossroads Intrecci Culturali

Il film, che è oltretutto ben fatto, racconta la storia di Phineas Taylor Barnum, il padre del circo moderno, che nell'epoca vittoriana e senza avere molta fortuna, decide di diventare un impresario di quel mondo e farlo diventare emozionante e grandioso.

Non vi parleremo del film, vi invitiamo solo a vederlo e come è successo a noi, lasciarvi ispirare dalla musica, dalla tenacia di un gruppo di artisti che va avanti a produrre arte per il pubblico pubblico nonostante a volte gli avvenimenti avversi lo rendano impossibile.
E che possa ispirare le vite di tutti per questo nuovo anno appena iniziato. Per chi va al lavoro ogni mattino, sul treno, in macchina, fermi al semaforo rosso, in coda al supermercato il venerdì pomeriggio, per chi va a scuola, per chi sta cercando in inventarsi qualcosa di nuovo e anche per noi, di Crossroads - Intrecci Culturali.

Auguriamo a tutti un nuovo anno che possa essere all'insegna della creatività e della passione in tutto quello che si fa!