lunedì 15 gennaio 2018

Diario di bordo: Il mio primo vero Capodanno



Anna Romanello, racconta...


Il mio primo vero Capodanno: LA RIVINCITA DELLE BIONDE.


Per una volta niente cenone, un capodanno leggero! Solo qualche ottima polpettina e una mela (non avvelenata).
Per una volta niente botti al gelo con le calze velate, io che metto sempre quelle felpate.
Per una volta sul palco, a Capodanno, a vivere un gioco delirante, con compagni di avventura precisi come metronomi, e originalmente pasticcioni, ma poco.
A un giorno dalla replica appiccichiamo dei fogli con la sequenza delle scene dietro le quinte, continuiamo a ripeterle perché non riusciamo a ricordarle.
Sistemiamo i vestiti, chi per terra (io), chi tutti belli ordinati su sedie e tavoli. Ognuno ha il suo angolino, religioso, nessuno deve toccare niente, altrimenti al buio, di corsa, tra una scena e l'altra non troviamo gli oggetti. Le parrucche danno fastidio a tutte, pizzicano e si annodano. 




E poi arriva il giorno della replica. 
Il giorno dello spettacolo è un giorno magico.
Io lo vivo con riverenza, con movimenti lenti, faccio solo l'essenziale, ma con religioso rispetto. Preparo la borsa con i trucchi, mi piace truccare le altre se vogliono (se no le convinco), raccolgo gli ultimi oggetti che servono allo spettacolo.
Tutto il resto, la vita di sempre, rimane sotto le coperte fino all'indomani, lo sa che io non mi occuperò di nulla, i libri rimangono chiusi sul comodino, le tazze sporche nel lavello, i vestiti abbandonati ai bordi del letto. E' il giorno dello spettacolo, conta solo lui.
Raggiungo il teatro e respiro lo spazio. Come formichine, man mano che arrivano tutti gli attori, e questa volta siamo in undici, ognuno organizza la sua sequenza preparatoria: trucco, vestizione, oggetti, ripasso testo.
Il regista ci convoca per sistemare alcune scene e noi siamo confortati dal poter ripassare ancora una volta, non siamo mai troppo sicuri.
Prova luci e ultimi ritocchi e raccomandazioni.
E ci siamo.
Il pubblico entra in sala, lo sentiamo vociare, prendere posto. Sentiamo il calore e l’elettricità dell'aspettativa. Sono dietro al fondale bianco, alcuni sono lì con me, qualcuno sta in un angolino e sbircia il pubblico da qualche fessura tra i teli. A me piace stare dove posso abbracciare lo spazio e dilatarmi poco prima di andare in scena. Sono tranquilla, emozionata, ma sento il controllo. Mi devo ricordare di divertirmi, sì dai la so. 
Buio.
Luce, la sento come se mi trafiggesse il petto, apro le braccia e mi dico "VAI!"

giovedì 11 gennaio 2018

Merda, Merda, Merda

Di solito è una parolaccia, Non si dice!Quindi, da piccoli ci viene proibita, mentre da adulti la diciamo quando siamo particolarmente arrabbiati o quando la nostra vita sta andando particolarmente male e ha bisogno di un aggettivo che la definisca. 

Ma nel mondo del teatro, non c'è niente di più positivo e di buon auspicio come ripetere quella parola per ben tre volte!

Li sentiamo sempre gli attori. Quando siamo in sala ad aspettare lo spettacolo e sentiamo quell'urlo di gruppo, allora vuol dire che sono pronti e lo spettacolo sta per cominciare. 

https://www.facebook.com/CrossroadsGallarate/


Se qualcuno si stesse chiedendo da dove arrivi quel rito propiziatorio, vi possiamo dire che arriva da molto lontano... 

Siamo nel XVII secolo, gli anni di grande splendore del teatro e anche di molta affluenza di pubblico di tutte le appartenenze sociali.
Il pubblico solitamente si recava a teatro in carrozza, tanto pubblico, significava tante carrozze e quindi tanti cavalli fermi di fronte al teatro. 
Tanti cavalli, per ragioni fisiologiche, significavano inevitabilmente tanti escrementi. 

E così, gli attori potevano capire che lo spettacolo sarebbe stato un grande successo di pubblico!
Ora, non ci sono più le carrozze, ma un rito rimane per sempre un rito, quindi continuiamo a ripeterlo, perchè agli attori fa piacere, mica come quando andiamo a salutarli vestiti di viola, ma di questo ne parliamo in un altro post..


mercoledì 3 gennaio 2018

The greatest showman e un nuovo anno a Crossroads

Rispolveriamo il nostro Blog per parlare di un film che ha concluso il 2017, ma che pensiamo possa essere di buon auspicio per il 2018.
Il film in questione è The Greatest Showman, che abbiamo visto proprio a Natale e che ci è sembrato perfetto per iniziare un nuovo anno artistico.

The Greatest Showman Crossroads Intrecci Culturali

Il film, che è oltretutto ben fatto, racconta la storia di Phineas Taylor Barnum, il padre del circo moderno, che nell'epoca vittoriana e senza avere molta fortuna, decide di diventare un impresario di quel mondo e farlo diventare emozionante e grandioso.

Non vi parleremo del film, vi invitiamo solo a vederlo e come è successo a noi, lasciarvi ispirare dalla musica, dalla tenacia di un gruppo di artisti che va avanti a produrre arte per il pubblico pubblico nonostante a volte gli avvenimenti avversi lo rendano impossibile.
E che possa ispirare le vite di tutti per questo nuovo anno appena iniziato. Per chi va al lavoro ogni mattino, sul treno, in macchina, fermi al semaforo rosso, in coda al supermercato il venerdì pomeriggio, per chi va a scuola, per chi sta cercando in inventarsi qualcosa di nuovo e anche per noi, di Crossroads - Intrecci Culturali.

Auguriamo a tutti un nuovo anno che possa essere all'insegna della creatività e della passione in tutto quello che si fa!